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martedì 17 dicembre 2019

Dal solstizio d'inverno al Natale

 

   Il solstizio d'inverno, dal latino "sol" sole "sistere" fermarsi, è il giorno dell'anno in cui la notte dura più a lungo rispetto agli altri. 
Nei giorni a seguire le giornate iniziano ad allungarsi fino al raggiungimento del solstizio d'estate in cui la notte è la più corta dell'anno.




  Questo allungarsi ed accorciarsi della durata dei giorni a sempre incuriosito e a volte spaventato, il pensiero degli uomini fin dai tempi antichi.
Il solstizio d'inverno veniva visto come la rinascita del sole, legando il pensiero di rinascita all'allungarsi dei giorni e molte festività vennero collocate intorno a questa data.






 Il deus sol invictus.

  Abbreviato anche con sol invictus.
Dall'antico Egitto fino al tardo Impero Romano, dove la festività prese questo nome, il solstizio d'inverno era già visto come rinascita e nei culti religiosi come la nascita della divinità.




Yule.

  Nel paganesimo e nel neopaganesimo, yule rappresenta uno degli otto sabbat o sabba rappresentati nella ruota dell'anno, e viene celebrata durante il solstizio d'inverno. Mentre litha è la festività legata al solstizio d'estate.




Il Natale.

  La celebrazione della nascita di Cristo venne collocata in questo periodo per lo stesso motivo, indicato nel libro di Malachia come il nuovo sole di giustizia, mentre la Pasqua viene collocata tra l'equinozio di primavera e il solstizio d'estate, anche qui troviamo un vago riferimento alla morte.




Il trascorrere del tempo scandito dalle stagioni in ogni epoca e in ogni religione rappresenta la ciclicità della natura e l'uomo che ha saputo decifrarla ed adattarsi ad essa nel compimento della vita stessa.






  

giovedì 28 novembre 2019

Il significato simbolico della montagna



  Molte persone sono affascinate dai paesaggi di montagna, senza capire chiaramente il motivo di questa attrazione, difficile da spiegare con semplici parole.






  Fin dall'antichità, i monti rispecchiano un significato profondo nel cuore e nella mente della gente.
In ogni cultura ritroviamo tracce di filosofie religiose e di epicità, l'uomo che incontra il divino, l'unione tra cielo e terra, la divinità che guarda dall'alto, l'essere umano che per riempire il suo vuoto esistenziale si avvicina al regno dei cieli. 



  Lo rivediamo nell'antico testamento, per esempio, quando Mosè ricevette le tavole dei dieci comandamenti sul Monte Sinai e in quasi tutti i testi di religiosi.
 Il Monte Olimpo, dimora di tutte le divinità per i greci e in molti testi buddisti e induisti dove i monaci in ritiro spirituale, si isolavano dalla vita di tutti i giorni che non lascia ancora oggi spazio libero allo spirito e nelle piramidi che rispecchiano artificialmente anche il simbolismo del monte.

  

Nei sogni.

  I monti nei sogni rappresentano il tentativo di superamento per il nostro inconscio, anche se il significato può variare a seconda delle circostanze affrontate nel sogno. 
Per esempio, sognare di cadere da una montagna può rappresentare i problemi che affrontiamo nella vita di tutti i giorni e il nostro rapporto con essi.



  

giovedì 21 novembre 2019

Il gambero da fiume | Abbandono della montagna e dei boschi, crescita della biodiversità



    Il gambero da fiume italiano (nome scientifico Austropotamobius pallipes italicus) è un piccolo crostaceo che può arrivare a una lungezza di 12 cm.
    

 In molte zone d'Italia non si registrano più esemplari di questa specie, essendo un'essere molto sensibile all'inquinamento.
In passato nel territorio coriese veniva cacciato dall'uomo per la loro carne e anche per questo motivo, per parecchi anni, venne ritenuto estinto.


Al giorno d'oggi gli esemplari che abitano il fiume Malone e Fandaglia, sono numerosi. Questo è un'segno che questi luoghi sono da difendere e da preservare a tutti i costi.




Abbandono della montagna, crescita della biodiversità.


 Dal medioevo fino agli anni ottanta, sono stati i periodi con maggiore deforestazione in tutta europa.
Ma grazie al benessere odierno possiamo preservare e difendere la natura che ci circonda.

  La percentuale di persone che vivono grazie ai pascoli e al disboscamento è diminuita drasticamente. Si sente spesso parlare dell'abbandono della montagna e per quanto riguarda i numerosi problemi riguardanti questi settori io non intendo imporre ciò che è giusto o sbagliato. Ma intendo sottolineare l'altra faccia della medaglia, i nostri nonni nei periodi di guerra erano costretti a cacciare anche animali quasi estinti, a procurarsi legname ad ogni costo. 

Ma, inquinamento a parte, è grazie nostro tenore di vita che i nostri figli avranno l'opportunità di ammirare specie di animali e piante che hanno rischiato l'estinzione.







mercoledì 13 novembre 2019

Inverno



  Hai bussato alle porte del paese,
con le tue pallide vesti,
anche chi ti aspetta si lamenta del tuo arrivo,
dolce inverno,
dolce inverno.



 Ti cercai oltre la montagna,
dove le acque si fermano al tuo cospetto;
con te giocano adulti e bambini,
dolce inverno,
dolce inverno.

  

  Anche la notte ti è amica;
sei sogno per piante e animali,
sei tremore per gli umani,
dolce inverno.

  

  Sei carezza per la montagna,
il tuo sussurro è tormenta nel vento,
la tua parola è bufera nel tempo.



  Lacrime di ghiaccio piange il cielo;
il tuo viso è sorriso di melanconia,
il tuo pensiero è ricordo di nostalgia,
dolce triste inverno,
dolce vecchio inverno.





giovedì 7 novembre 2019

Erbe medicinali | Consigli per la stagione fredda



  Nei primi articoli di questo blog, scrissi dell'impiego e delle proprietà di alcune piante medicinali, e di come la natura possa essere di supporto alla salute ed al benessere di tutti.





 In questo periodo, in cui arrivano i primi freddi stagionali accompagnati da raffreddore, febbre, tosse e mal di gola, sempre più persone cercano rimedi naturali, evitando di assumere sostanze chimiche e dannose presenti nei classici medicinali, che spesso riducono le difese immunitarie.



  Ecco alcuni impieghi comunemente utilizzati dagli appassionati di erbe medicinali.


  Il decotto di borragine, viene spesso utilizzato per combattere raffreddori e bronchiti.

  L'infuso di fiori di altea, viene consumato per contrastare la presenza di catarro.

  Per contrastare le bronchiti, vengono messe a riposare in acqua bollente, le foglie di melissa, le foglie di eucalipto, le foglie e i fiori di malva. Da consumare lontano dai pasti.

  
 L'infuso di lavanda, viene utilizzato per combattere tosse, bronchiti, laringiti e asma. Spesso viene dolcificato con un cucchiaio di miele e una scorza di arancia.


  Per una corretta essiccazione le piante vanno poste in zone buie e ventilate evitando luoghi umidi.

  Ci tengo particolarmente a precisare che l'utilizzo delle piante va fatto con criterio e sconsiglio vivamente l'assunzione di quest'ultime se non si possiede la giusta conoscenza.
Consultante sempre il vostro medico






Grazie per la lettura e buon proseguimento.


  


giovedì 31 ottobre 2019

Le masche | Antiche storie



 La notte delle streghe si avvicina e con il suo incanto attira l'attenzione di adulti e bambini.




  La festa di Halloween deriva da un'antica festa celtica che prendeva il nome di Samhain, successivamente celebrata anche dai romani e da altri popoli neopagani, resa famosa in tutto il mondo nel ventesimo secolo, per merito degli Stati Uniti.



  Le storie di paura e i temi horror ricoprono un ruolo chiave in questa festività.
In tutta Italia ritroviamo un'infinità di racconti tramandati oralmente di generazione in generazione che hanno terrorizzato la gente del passato. 
Ci sono racconti che parlano di streghe, processioni di spiriti, gnomi e addirittura draghi.



  Le storie più famose in Piemonte sono legate al mistero delle masche, antiche streghe viste anche come esseri sovrannaturali.







Alcuni racconti




Racconto in Val Chisone

Una signora di Campiglione, era convinta che le masche possedessero il suo corpo per farle del male.
Quando le veniva un brutto mal di pancia, cominciava a strofinarsi il ventre ed il petto con dei grandi gesti circolari, dicendo: "Ci sono le masche nel mio corpo, sono entrate dentro di me!"
Continuava a strofinarsi energicamente tutto il busto e la pancia gridando minacciosamente: "Andate via masche, andate via!"
Andava avanti così per diverso tempo, convinta che queste entità volessero farla morire. 
Smetteva solo dopo diverso tempo, quando si sentiva meglio, pensando di aver allontanato il sortilegio dal suo corpo.



Il gatto nero

Era il 1927 e Pinota aveva 12 anni. Abitava a Sollieri, una borgata di Pinasca, in cui c'era un odioso gatto nero che la perseguitava. Ogni volta che la ragazzina voleva prendere una certa strada, compariva questo felino nei pressi dell'incrocio minacciandola, soffiandole contro e mostrandole gli artigli.
Pensando a come risolvere la situazione, le venne in mente un idea molto semplice: fece bollire sul fuoco del camino un po' d'acqua e la versò in un secchio. Più svelta che poté, si presentò all'incrocio prima che l'acqua intiepidisse ed aspettò il suo acerrimo nemico. Appena il gatto si fece vedere, lei gli rovesciò il secchio addosso. La bestia scappò via spaventata. La ragazzina si sentì felice di aver dato una lezione a quel gattaccio nero. 
Il giorno seguente, la masca di Solleri uscì di casa con tutte e due la braccia fasciate.



Il neonato cinghiale


Tino amava andare per i boschi, soprattutto in autunno, perchè c'erano da raccogliere funghi e castagne. Una giornata di queste, mentre si aggirava in una pineta, gli parve di scorgere un gruppetto di funghi. Si avvicinò, controllò che i funghi fossero sani e fece la sua raccolta.
 All'improvviso sentì un vagito. L'uomo si guardo attorno, incuriosito, vedendo a pochi metri da lui un bellissimo neonato che, ad occhio e croce, poteva avere appena qualche giorno di vita. 
Le sue guance erano rosse e teneva gli occhi chiusi, agitava i pugnetti mentre si lamentava.
 Non potendo lasciare nel bosco un bambino così piccolo, Tino lo prese con sé, per portarlo a casa e cercare una donna che si occupasse di lui. Lo tenne con delicatezza, avvolto nella coperta di lana in cui l'aveva trovato.
  Appena fatte poche centinaia di metri, però, il neonato si trasformò all'improvviso e divenne un cinghiale molto grosso, pieno di setole e con in bocca dei temibili denti. L'animale cercò di mordere l'uomo in faccia, ma Tino fu svelto di riflessi e lo buttò per terra facendolo rotolare lungo il pendio della montagna.
Il cinghiale continuò a rotolare, mentre il suo corpo prendeva fuoco, incendiando anche le foglie secche che toccava. Le fiamme divamparono e fecero scappare Tino. 
 Appena raggiunse il paese, l'uomo si girò per guardare fin dove l'incendio si stesse propagando ma, con grande sorpresa, vide i boschi verdi e gialli, senza nessuna fiamma.
L'incendio, per fortuna, era stato solo un'illusione, ma Tino, terrorizzato, non tornò più da quelle parti per diversi anni.





Per quanto siano solo semplici e bellissime storie, hanno contribuito a rendere speciale la nostra regione.


giovedì 24 ottobre 2019

Camminare per l'Irlanda


 Il mondo è ricco di bellezze, e la natura rende speciale ogni località nella sua particolarità.

L'Irlanda è un luogo ricolmo di storie e leggende che la rendono unica e indimenticabile a chiunque voglia avvicinarsi anche solo per curiosità a questa magica isola.

Una  terra ricca di significato storico che ha visto l'incrociarsi di molte culture diverse tra loro, dai Celti ai Vichinghi. 


Ma che ha anche conosciuto il dolore della guerra fino a raggiungere l'indipendenza dal regno inglese, che per arricchire il suo esercito di materiale da costruzione, ha disboscato buona parte del territorio abbattendo numerosissime querce secolari. 



Ma il fascino della sua natura continua ad impressionare con i suoi luoghi incantati che sembrano sotto l'influsso di qualche incantesimo.

Sono numerosissime infatti, le storie di draghi folletti fate e leprecani a guardia di pentole colme di monete d'oro ai piedi dell'arcobaleno.


Molte stradine e sentieri portano a zone incontaminate, foreste fittissime e prati vastissimi dal colore verde più vivo che mai, tra menhir dolmen e scogliere che tolgono il fiato.


Le scogliere di Moher.



Uno dei punti più famosi d'Irlanda sono le scogliere di Moher, situate sulla costa occidentale raggiungibili in automobile da Galway. Poco dopo il parcheggio partono i sentieri che percorrono il punto più alto a picco sul mare, a circa 217 metri di altezza. Uno spettacolo mozzafiato da provare almeno una volta nella vita.



Il paese di Howth e le sue camminate.  


Il paese di Howth è nato da un antico insediamento vichingo nella baia di Dublino. Sulla costa è possibile vedere le foche che inseguono i pescherecci in cerca di cibo.
Da questo piccolo paesino partono numerose camminate una di queste si estende per dieci chilometri lungo le scogliere offrendo un panorama indimenticabile.





mercoledì 16 ottobre 2019

Gli antichi ponti in pietra di Corio



 In passato, nei paesi di campagna, i sentieri  e le mulattiere ricoprivano un ruolo fondamentale per la comunicazione con gli altri paesi. Ogni percorso era reso percorribile grazie all'impegno, la fatica e la grande abilità degli abitanti di quei tempi. Venivano deviati i corsi d'acqua, ammorbidendo il terreno, per poi scavare con pala e picco i tracciati delle strade. 
Gli antichi ponti ad arco sono il simbolo tangibile,  presente ancora oggi sui nostri territori, del grande lavoro compiuto in passato dai nostri antenati.





Corio è un paese nella provincia di Torino, a 625 m di altitudine con 3209 abitanti su un territorio che si estende per più di 40 Km. Come molti paesi di montagna è ricco di corsi d'acqua, mulattiere e ponti secolari.


Il Ponte Fandaglia.

Questo ponte venne costruito nel 1774  dopo vari tentativi di costruzione non andati a buon fine, con lo scopo di migliorare le vie di commercio con Torino e le Valli di Lanzo.






Il Ponte dell'Avvocato.



Chiamato anche Ponte dei Pesci Vivi, è una meta molto conosciuta anche grazie ai suoi grandi specchi d'acqua. Si ipotizza che venne costruito nel 1300. Per attraversare il Torrente Malone e mettere in comunicazione il paese con le frazioni. 






Ponte Picca.



Anche ponte picca venne costruito intorno al 1300 per attraversare il Malone, uno splendido capolavoro di architettura che viene considerato uno dei più affascinanti della zona.


La straordinaria bellezza di queste opere come in quasi tutti i paesi simili, ha spinto le persone per secoli ad immaginare storie di diavoli demoni e magia, ma la vera magia stava nella forza di più persone che hanno saputo collaborare anche in periodi di guerre, epidemie e carestie impegnandosi ognuno per il bene comune.


giovedì 10 ottobre 2019

I Celti in Italia


Negli ultimi anni sempre più persone sono incuriosite dalla storia dei popoli antichi, i Celti in particolare ricoprono un ruolo fantasioso e misterioso nell'immaginario collettivo.




Le abitudini e lo stile di vita di questo antico popolo sono oggetto di dibattito ancora oggi da parte di molti studiosi. Alcuni li vedono come barbari sanguinari senza morale e senza valori, altri come un popolo spirituale a stretto contatto con la natura.




Sappiamo veramente poco di queste genti che calpestarono il nostro stesso suolo migliaia di anni fa. Questo è anche dovuto al fatto che i Celti furono un popolo diviso in tante tribù estese in gran parte dell'Europa e che non possedevano una vera e propria scrittura ma una simbologia molto particolare. 
Le opere scritte che abbiamo a disposizione oggi, sono opere di altri popoli che ebbero occasione di documentare e relazionarsi con questi. 





Il termine "Celti'' infatti, si ipotizza che venne creato dai Greci della colonia di Marsiglia per descrivere a grosso modo tutte le tribù confinanti con il loro territorio, ed il termine Galli invece dal popolo Romano.
Nell'Italia del nord sono state trovate numerose prove della loro presenza, arrivarono nella nostra penisola circa settemila anni fa.

Alcune delle tribù come i Leponti, gli Insubri, i Cenomani, i Boi, i Lingoni e i Senoni si estesero fino al centro nord, mentre altre si stabilirono sulle Alpi  i Salassi, i Taurini e i Graioceli da cui presero poi il nome le Alpi Graie.

Le loro cerimonie religiose si svolgevano in natura, in particolare nelle foreste di querce. I loro sacerdoti, i druidi, ricoprivano uno ruolo fondamentale. Oltre ad essere portatori di conoscenza, aiutavano la tribù in ambito medico e sciamanico.

Molti libri cercano di ripercorrere la storia di questo magico popolo, che con il suo fascino non smette di stupire l'uomo moderno.





martedì 8 ottobre 2019

L'antico cimitero abbandonato della Darola


L'Italia conserva la qualità ed il valore dell'agricoltura fin dall'antichità.
Il territorio vercellese è famoso per le sue risaie, vaste coltivazioni che producono riso di alta qualità. Questo è reso possibile da un sofisticato sistema di irrigazione che sfrutta la leggera pendenza del territorio per la giusta distribuzione di acqua.


In questa zona, tra campi e paesini isolati, la vegetazione nasconde l'antico cimitero abbandonato della Darola. La sua origine è incerta, si pensa che possa risalire al 1500.
Queste terre furono di proprietà della chiesa nel 1200 e passarono ai Savoia intorno al 1700, successivamente a Napoleone Bonaparte.

All'interno vi è una splendida chiesetta dall'architettura gotica, che rende questo posto affascinante e misterioso. Purtroppo quello che la vegetazione non ha coperto i vandali lo hanno distrutto.



Tra i campi e i boschi sperduti in Italia ci sono frammenti di storia che al giorno d'oggi sono conosciuti da pochi, e che un giorno non esisteranno più.





giovedì 3 ottobre 2019

Le castagne


Negli articoli precedenti abbiamo parlato dei funghi e dell'arrivo dell'autunno.


Durante questo periodo dell'anno la gente di una volta si preparava per affrontare l'inverno, cercando di conservare i frutti che la terra gli donava durante le altre stagioni più calde. 
Le castagne assumevano un ruolo fondamentale nell'alimentazione  di quei tempi. Fin da allora vengono consumate in vari modi: bollite, arrostite, viene fatta la crema, vengono essiccate per creare la farina e la minestra di castagne.



La minestra di castagne e latte era il piatto più consumato in passato, per via della sua semplicità e per il suo valore nutrizionale, una pietanza ricca di carboidrati, zuccheri, proteine e calcio. Due semplici ingredienti, facilmente reperibili anche in passato dalle famiglie più povere.


Il castagno è una pianta molto longeva, in Italia esistono esemplari millenari. Anche per questo motivo, e per la sua maestosità, molte storie e leggende sono costruite attorno ad esso. 



Proprietà e impiego.

L'infuso e decotto per infiammazione ai bronchi. Gargarismi con l'infuso delle foglie per infiammazioni a gola e bocca.
L'acqua di cottura delle castagne viene usata per il risciacquo dopo lo shampoo ed esalta i riflessi dei capelli biondi. La polpa schiacciata dei frutti può essere impiegata come maschera schiarente.

Dato l'alto contenuto di tannino, non utilizzare recipienti in ferro per la cottura.

martedì 1 ottobre 2019

Val Chiusella | Le Gole di Garavot

La Val Chiusella, chiamata anche Valchiusella, è una valle del territorio torinese che si estende sopra Ivrea.





 La Vallata ha una lunghezza di circa 25 km e prende il nome dal corso d'acqua che la attraversa, il torrente Chiusella. 
Su questo territorio sono ancora presenti alcune tracce antichissime di insediamenti umani avvenuti dopo l'ultima glaciazione e delle tribù celtiche dei Salassi che vennero poi conquistati dai romani. 
Ci sono segni di antichi villaggi su palafitte, rocce rupestri e menhir che rendono questa terra misteriosa e affascinante, ricca di materiali per gli storici e gli appassionati alle tribù della Gallia Cisalpina.


Le Gole del Garavot. 



Lungo il torrente Chiusella troviamo le Gole del Garavot, un luogo paradisiaco che sembra uscito da un mondo fantastico. 
Profondi specchi d'acqua che riflettono i colori del cielo e le forme pittoresche delle rocce. Un luogo molto conosciuto e frequentato soprattutto nelle calde giornate estive. 
Molte storie e leggende sono legate a questo posto così particolare e suggestivo che stimola la fantasia e i sogni in ognuno di noi.




giovedì 26 settembre 2019

Il Sacro Monte di Belmonte


 Il Sacro Monte di Belmonte è un altura isolata nel comune di Valperga nella provincia di Torino, sulla sommità sorge l'antico Santuario di Belmonte a 727 metri di quota, eretto intorno all'anno mille
Venne costruito grazie ad un gruppo di monache benedettine che rimasero fino al 1601.
In seguito il monastero ospitò i frati minori si San Francesco che ristrutturarono la chiesa e costruirono la Via Crucis e le tredici cappelle disposte lungo il cammino che sale da Vlaperga.
In questo luogo si viene avvolti da un atmosfera misteriosa legata ad antiche storie di miracoli testimoniate per iscritto da antichi uomini e donne di fede che hanno abitato qui nei secoli passati.


Il Colle di Belmonte è circondato da un grande parco, riconosciuto come patrimonio dell'umanità dal Comitato per il Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.
Nel 2019 un grave incendio distrusse 400 ettari di bosco nella zona protetta mettendo a rischio anche il centro abitato ai piedi del monte.

Di recente sono state ritrovate tracce di un antico popolo dell'età del bronzo e alcuni resti di una fortificazione longobarda.





martedì 24 settembre 2019

I funghi

L'autunno è arrivato e come in tutti gli anni ci regala i suoi frutti.



Sono in molti i cercatori di funghi, appassionati della natura che si svegliano la mattina presto per avventurarsi in luoghi favorevoli per la crescita di porcini.

Il porcino è in assoluto il fungo più cercato nelle nostre valli, questa specie appartiene al genere Boletus, cresce vicino a castagni, querce, faggi e abeti. Il suo profumo e il suo sapore sono inconfondibili e ci portano a rivivere la sensazione di essere in un bosco, anche per questo motivo è molto diffuso nelle cucine italiane.



Un po' di preparazione.


Quando si decide di andare a funghi bisogna sempre tenere presente le circostanze del territorio che richiedono una minima conoscenza, è sconsigliato andare da soli o senza la conoscenza giusta della zona e delle specie che si intende cercare. Esistono funghi mortali come l'Amanita falloide che in fase di crescita può ingannare i cercatori meno esperti per la sua somiglianza con alcuni tipi di porcini.




In rari casi è possibile trovare funghi che crescono formando degli anelli, questi per l'insolita disposizione prendono il nome fiabesco di cerchio delle fate o delle streghe.

Il fungo più famoso.



L'Amanita muscaria è uno dei funghi più velenosi ma è anche il più conosciuto, l'assunzione porta delirio, allucinazioni e può provocare danni permanenti alla psiche. In passato veniva utilizzato nell'alchimia e nella presunta stregoneria, con il suo classico colore rosso puntinato di bianco lo rivediamo spesso in molti cartoni animati.
Alcune storie attribuiscono questa specie alla leggenda della fenice, la fenice rinasce dalle sue ceneri e l' Amanita rinasce dalle sue spore, dalle ceneri nasce un uovo e dalle spore nasce la volva che è simile ad un uovo, alla fine del suo ciclo vitale il cappello del fungo gira verso l'alto ricordando un uccello che apre le ali, la fenice torna ad essere cenere al suo primo battito di ali.


giovedì 19 settembre 2019

La leggenda delle faie

Il folclore popolare percorre la storia dei nostri luoghi, alimentato dalla fantasia e dal mistero. 


  Spesso sentiamo parlare di antiche storie che all'apparenza sembrano create solo per spaventare i bambini, ma continuano a perdurare anche nella mente di adulti e anziani.
Racconti che si evolvono, di generazione in generazione influenzati dalla paura, dal mistero e dai sogni.



La leggenda delle faie.


  Le faie sono le fate del Piemonte che secondo antichi racconti sono le guardiane del destino, fanno la guardia sui valichi alpini e in alcune notti accompagnano le anime dei defunti lungo il sentiero dei morti. Molti sentieri infatti prendono il nome di "percorsi dei morti". Per citarne uno la strada del Colle del Lys, un valico che collega la Valle di Viù con la bassa Val di Susa, era considerato uno di questi.
Altre storie raccontano che le fate dei nostri boschi cerchino di confondere i viaggiatori sperduti con l'intento di rapirli e portarli nelle loro grotte. 
Esistono storie sulle fate che hanno preso vita dalle leggende pagane e dalla dea Artemide.
Dai racconti più antichi sono diventate le storie dei nostri paesi.  






martedì 17 settembre 2019

Il Colle del Moncenisio


Il Colle del Moncenisio è un valico che collega la Valle di Susa con la Francia, nella regione della Moriana del dipartimento francese della Savoia.






 Il valico più famoso della zona alpina confinante con il Piemonte. La strada viene chiusa nelle stagioni fredde in genere da ottobre ad aprile, e collega Susa con il paese francese di Lanslebourg, splendido centro abitato molto caratteristico, un piccolo gioiello incastonato nella valle.


Arrivando dall'Italia, dopo Susa, la strada inizia a salire e sono visibili i resti della Ferrovia Fell costruita nel 1868, messa in disuso qualche anno dopo.
Prima della sommità del colle sorge una grande diga, utilizzata per creare energia elettrica e il grande Lago del Moncenisio, 1974 m. di altitudine. In passato questo lago era più piccolo e sul fondo sono presenti i resti di vecchie dighe, delle vecchie baite, un'ospizio  una chiesa e un ponte dell'età napoleonica. 
Attorno al lago sono presenti molte strutture decadute costruite con scopo militare, numerosi bunker vennero costruiti negli anni trenta dal regime fascista, essendo costruzioni molto vecchie e pericolanti si sconsiglia di andarle a visitare.




Sulle rive del lago partono numerose stradine sterrate, passeggiando in questo luogo ci si immerge nella sua storia, dalle rovine di antichi rifugi alle forme delle rocce scolpite dal tempo durante i millenni, e il lago che con le sue leggere onde risuona dominante sulle orme di un passato ormai quasi cancellato. 









giovedì 12 settembre 2019

Le Grotte di Pugnetto

Nelle Valli di Lanzo sono presenti delle grotte con caratteristiche molto particolari.




 Le Grotte di Pugnetto sono situate dopo il paese di Traves, appena prima della frazione di Pugnetto, l'ingresso si trova a 810 metri di altitudine.
Da sempre sono state meta di numerosi viaggiatori, la particolarità di queste grotte sta nella loro formazione. Queste gallerie si aprono su rocce di calcescisti, molto più dure rispetto alle rocce calcare dove si sono formate la maggior parte delle altre grotte. Al suo interno si trovano quarziti e rocce ferrose ossidate.
 Le gallerie principali si dividono in due rami, il ramo della
Madonna e il ramo della Fontana 
lunghi circa 500 metri. Un terzo ramo parte a sinistra dell'ingresso, ma è un percorso riservato agli escursionisti più esperti essendo più complicato e pericoloso da percorrere, da qui si raggiunge un bacino d'acqua sotterraneo.
La fauna di queste grotte comprende più razze di pipistrello, insetti e coleotteri. Questo le rende un territorio da tutelare e preservare.

La storia raccontava che queste gallerie attraversavano la montagna raggiungendo la Valle di Viù. Ora il passaggio è bloccato da detriti e massi che bloccano il percorso. Come tutti i percorsi sotterranei la temperatura è quasi costante tutto l'anno, il buio è fittissimo e la fantasia prende vita, le rocce riflesse dalle torce creano delle
illusioni, a volte sembra che il 
percorso finisca ma non è così, altre volte sembra di scorgere altre vie ed altri cunicoli ma che si rivelano vicoli cechi. L'unico suono che rompe il silenzio è lo sgocciolio delle gocce d'acqua che cadono dal soffitto. Un luogo veramente particolare dove una
volta entrati sembra di scendere nelle profondità del proprio inconscio.














martedì 10 settembre 2019

Livelli di difficoltà dei percorsi

Su molti itinerari troviamo il livello di difficoltà segnalato con lettere o numeri, per comprendere meglio come relazionarsi con un percorso. 

Anche se queste sigle non sono semplici da comprendere per chi non ne ha mai sentito parlare, vediamo ora che significato hanno.


Difficoltà escursionistiche.


T=Turistico - il tragitto è semplice, su stradine facilmente percorribili, come una passeggiata.

E=Escursionisti - percorso che può portare su prati e pietraie, facilmente percorribile, con leggere salite.

EE=Escursionisti esperti - il percorso richiede conoscenza del territorio, il tragitto può comprendere lievi pendii e passaggi rocciosi.

EEA=Escursionisti esperti con attrezzatura - vie ferrate, zone che richiedono un buon equipaggiamento.




Livelli difficoltà alpinistiche.


Vediamo ora i livelli di difficoltà su roccia.

I primo grado = arrampicata semplice.

II secondo grado = arrampicata che richiede un minimo di conoscenza, con numerosi appigli.

III terzo grado = la parete è più verticale, ma gli appigli sono facilmente raggiungibili.

IV quarto grado = arrampicata che richiede buona conoscenza e tecnica.

V quinto grado = arrampicata che richiede forza fisica e una buona analisi preventiva.

VI sesto grado = arrampicata che richiede molta forza fisica e allenamento, combinazione di movimenti e presenza di strapiombi.

VII settimo grado = arrampicata che richiede doti di equilibrio, capacità di aderenza, richiede molta forza anche nelle dita. Appoggi e appigli molto distanti fra loro.


Dal quinto grado in poi le arrampicate vengono ulteriormente segnalate specificando la difficoltà con un + o un -.


Spero che questo articolo possa tornare utile a molti di voi ad analizzare meglio i percorsi da intraprendere.
 Buona lettura a tutti.